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Crampo Muscolare

Il crampo muscolare è una brutta esperienza per ogni subacqueo, ma conoscendolo opportunamente se ne possono minimizzare gli effetti. Questa intensa, brusca e involontaria contrazione che all'improvviso (almeno apparentemente) blocca un muscolo del piede, il polpaccio o un grande muscolo del corpo deve essere affrontata con la dovuta calma. Per evitare che porti a conseguenze spiacevoli basterà adottare semplici accorgimenti, che poi vedremo, senza farsi prendere dal panico. La contrazione muscolare nel crampo è elettricamente attiva, a differenza di quella presente nel dolore muscolare da acido lattico. Ossia essa è determinata da uno stimolo neuro-elettrico, tra l'altro caratterizzato da forte potenziale ad elevata frequenza. Si tratta di un violento accorciamento, che può permanere da qualche secondo a vari minuti. Pertanto, non si può aspettare passivamente che vada via, ma bisogna mettere in pratica adeguati accorgimenti. Il modo migliore per fermarlo è quello di stirare dolcemente il muscolo interessato (allungamento passivo) oppure, come consigliano molti subacquei esperti, quando è colpito il polpaccio un buon sistema è quello di sferrare un calcio a vuoto (allungamento attivo). Comunque, un buon giovamento viene offerto dal massaggio del muscolo interessato. L'allungamento passivo genera un riflesso, detto antimiotattico, che inibisce la contrazione del muscolo. La tensione sul tendine stimola gli organi muscolo-tendinei («organi di Golgi», recettori di tensione localizzati tra ventre muscolare e tendine) i quali, impedendo che si verifichino lesioni al muscolo, avviano il riflesso di rilasciamento in questione.

La contrazione attiva del muscolo antagonista (ossia opposto per funzione) rispetto a quello colpito da crampo sfrutta invece un altro riflesso, che sembra essere più intenso: quello dell'innervazione reciproca, il quale causa lo stesso effetto di rilasciamento. Tale riflesso è abbinato all'azione meccanica di stiramento, quindi per sbloccare il crampo del polpaccio il calcio sembrerebbe più consigliabile rispetto allo stiramento. Successivamente, in ogni caso, per rafforzare l'effetto rilasciante è bene massaggiare la zona colpita. Non sempre un intero muscolo è coinvolto dalla contrazione permanente, potendo questa interessare anche solo una sua parte. Spesso, invece, i crampi sono preceduti da spasmi, che ne sono il segnale premonitore.

Le categorie a rischio

Vi sono alcune categorie particolarmente a rischio di crampo: le donne, in particolare quelle gravide, e gli anziani. Le donne sono colpite più degli uomini nella misura dell'1,5%. Le donne in stato interessante vanno incontro a crampi il 6,3% in più rispetto all'intera popolazione. Infine, gli anziani rischiano di bloccarsi in un crampo circa il 5% di più rispetto anch'essi alla media dell'intera popolazione. Queste tre categorie devono essere preparate ad affrontare l'evenienza-crampo, che in alcuni casi potrebbe rivelarsi pericolosa. Esistono due tipi di crampi: quelli cosiddetti «notturni», che avvengono durante il riposo o nel corso di attività a basso dispendio energetico, e quelli definiti «da calore», correlati alla disidratazione e/o allo squilibrio elettrolitico.

I crampi che colpiscono il subacqueo sono di tipo «notturno» ed interessano più frequentemente il polpaccio e i muscoli del piede. I crampi da calore incidono in modo particolare sulla prestazione di maratoneti, ciclisti, triatleti (tra gli sportivi), e di minatori, addetti ai forni e vigili del fuoco tra le varie categorie dì lavoratori. Una muta troppo stretta, rallentando la circolazione del sangue e gli scambi metabolici, facilita l'insorgenza di crampi. Il subacqueo viene colpito facilmente da crampi ai piedi e ai polpacci, oltre che per l'affaticamento cronico dei muscoli delle gambe e per la permanenza prolungata in acque fredde, anche per un motivo di natura biomeccanica: l'estensione delle dita dei piedi durante il movimento della pinneggiata. Il rischio di crampo per un subacqueo si accentua cambiando repentinamente tecnica o caratteristiche della pinneggiata, oppure variando la quantità o l'intensità dell'allenamento.

Le cause dei crampi

I crampi hanno varie cause accertate:

a) l'esaurimento degli zuccheri muscolari;

b) la fatica nervosa;

c) gli squilibri elettrolitici (in particolare il deficit di magnesio) e della concentrazione del sangue;

d) l'esposizione a temperature estreme.Avviene che da un lato l'inibizione nervosa che dovrebbe agire sui neuroni eccitatori muscolari si blocca, mentre dall'altro alcuni fattori muscolari determinano una maggiore eccitabilità delle fibre muscolari, producendo lo stesso effetto, ossia una persistente contrazione. Il dolore, che residua una volta scomparso il crampo, è il risultato della stimolazione tensiva eccessiva.


Chi va incontro troppo spesso a crampi muscolari per prevenirli può adottare due strade, entrambe efficaci. Una è la terapia farmacologica, a base di chinina; l'altra più consigliabile per l'assenza di controindicazioni, è la pratica di esercizi di allungamento degli arti inferiori, specie del polpaccio e dei muscoli posteriori della coscia. Al riguardo si sono manifestati ottimali i risultati ottenuti attraverso lo stretching. Alcuni hanno consigliato anche gli esercizi di rilassamento della muscolatura delle gambe, in grado di abbassare eventuali ipertoni e di riequilibrare la tonicità muscolare di base (secondo la tecnica del training autogeno o del rilassamento neuromuscolare di Jacobson). Tali esercizi sono molto utili solo quando la causa del crampo è un eccessivo tono dei muscoli del polpaccio o dei piedi.

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