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Biologia Marina
Meduse diffuse nel Mediterraneo

Pelagia noctiluca
Rhizostoma pulmo
Cotylorhiza tuberculata
Chrysaora hysoscella
La Caravella portoghese
Carybdea marsupialis
Aurelia aurita
Velella Velella
Menmiopsis leydi e la Beroe ovata

Le meduse più comuni in Mediterraneo sono tre: Pelagia noctiluca, Rhizostoma pulmo e Cotylorhiza tuberculata.

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Pelagia noctiluca

Detta anche “medusa luminosa” a causa della sua bioluminescenza notturna, è di piccole dimensioni (circa 10 centimetri di diametro) possiede tentacoli esili e lunghi e i suoi colori variano dal rosa al marroncino, e spesso si formano vasti banchi composti da una miriade di individui, che ricoprono alcuni tratti della superficie marina.

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Rhizostoma pulmo

Medusa di maggiori dimensioni rispetto alla precedente, può raggiungere i 50-60 centimetri di diametro, le sue braccia sono corte e tozze. La colorazione è bianco lattea–azzurrognola e il margine dell’ombrella è violetto. Volgarmente viene chiamata “polmone di mare” per la presenza del tessuto frastagliato che presenta nella parte centrale delle braccia che ricorda quello polmonare

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Cotylorhiza tuberculata

Questa specie può raggiungere i 30 centimetri di diametro presenta un’ombrella a forma di disco e una serie di tentacoli terminanti anch’essi con dei dischetti, spesso sotto l’ombrella si possono osservare piccoli pesci che attendono gli avanzi del pasto della medusa.

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Chrysaora hysoscella

Simile a Pelagia noctiluca, per aspetto e "cattiveria". Le sole due differenze sono nel colore (la Chrysaora è marroncina), e nel modo di presentarsi (quest'ultima non ama il "branco", è quasi sempre isolata).

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La Caravella portoghese

Più rara, per fortuna, è la Physalia physalis, la caravella portoghese. Non è propriamente una medusa, ma bensì un animale-colonia è formato da individui di quattro tipi diversi della famiglia dei Sifonofori. Si presenta come una vescica bluette alla cui parte inferiore sono attaccati i tentacoli, sottili, numerosissimi e lunghi a volte anche diversi metri. Si trova nei mari tropicali e sub-tropicali di tutto il mondo, ma di recente è stata avvistata nel Mediterraneo, dalle parti di Sardegna, Corsica, Spagna, e anche a Malta. E' velenosa: due anni un esemplare ha fatto una vittima in Sardegna, il primo caso nel Mediterraneo.

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Carybdea marsupialis

Tra le cattive c'è anche la Carybdea marsupialis , parente delle meduse assassine australiane. La variante mediterranea è meno aggressiva e si trova soprattutto nell'Adriatico. A differenza delle altre meduse è veloce, e si distingue perché il suo ombrello è di soli 4-5 centimetri e ha una forma cubica. Pizzica, ma i suoi effetti non durano a lungo. 

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Aurelia aurita

Aurelia aurita , la medusa quattrocchi. Quelli che sembrano occhi sono in realtà quattro anelli formati dalle gonadi, gli organi dove si producono uova o spermatozoi. È biancastra, e praticamente non punge. 

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Velella Velella

Velella velella è un animale carnivoro. Cattura la sua preda, generalmente plancton, tramite i tentacoli che contengono delle tossine. Tali tossine, pur essendo efficaci contro la preda, sono innocue per gli esseri umani, per il fatto che non riescono a penetrare nella pelle e non causano nessuna reazione alla cute dell'uomo. Ciononostante, è preferibile evitare di toccarsi gli occhi dopo aver preso in mano un Velella velella. A forma di dischetto ovale, del diametro di 4-7 cm

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Menmiopsis leydi e la Beroe ovata

Ci sono poi gli ctenofori, che hanno l'aspetto delle meduse, ma non lo sono: non hanno il veleno. Pare siano arrivate nel Mediterraneo da poco ma le si possono incontrare: sono la Menmiopsis leydi e la Beroe ovata. E poi ci sono le salpe (quelle nell'ultima foto a destra), in pratica placton gelatinoso. Brutte ma inoffensive.

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